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Casa Dolce Casa

30 Marzo 2024

Ormai sono quattro anni che non ho più quella bella villetta, isolata da tutti, nel suo silenzio e nella sua tranquillità. Devo essere sincero… un po’ mi manca, anzi, non un po’, mi manca tanto.

Ci ero davvero affezionato, li sono nato, li sono cresciuto, li ho costruito la mia vita. Dentro a quelle quattro mura gialle ho costruito Davide, ho costruito la persona che sono adesso. È incredibile quanto una cosa “banale” possa fare la differenza nella vita.

La differenza può farla un libro, un amico, la mamma o il papà. Certo ovviamente anche loro mi hanno aiutato a crescere, ma penso che una parte ce l’abbia messa lei. È quando si ha una cosa grande che vogliono tutti che allora si  impara a prendersene cura. Si impara col tempo a capirne il valore, non solo economico ma anche affettivo. Può sembrare banale ma è come prendersi cura di qualcuno, una casa vuol dire proprio prendersene cura ed è quello che nel mio ho fatto. Ho costruito il mio lato di cameretta in base hai miei gusti, l’ho mantenuto nel tempo e ho cambiato disposizioni in base alle mie esigenze e in base alla mia crescita. Con il passare del tempo ho costruito una scrivania perché lo studio lo richiedeva e ho anche modificato alcuni cartelloni caratteristici che ero solito appendere a quel pezzo di muro, che ritenevo intoccabile se non da me.

Tutte le mie passioni, le mie foto, i miei litigi, insomma tutto, è passato su quel muro. Lui ha visto davvero ogni lato di me. Mi ritrovavo a parlare con delle foto, era quello il momento in cui mi studiavo e cercavo di capire davvero chi ero e chi sarei voluto diventare.

Ora quella casa non c’è più, a malincuore sono costretto a lasciarla e a dire addio a un’era oppure quelli che vengono definiti i tempi d’oro.

Ricordo ancora quando un compleanno invitai tutti i miei amici, eravamo davvero tanti e sembravamo non starci in quella casa che era veramente gigante, eravamo dappertutto, in ogni camera perfino nel bagno in taverna. Questi sono momenti che non vanno rimpianti ho ricordati con tristezza, ma vanno riguardati con orgoglio e felicità sapendo che hanno fatto parte al mio processo di formazione in ragazzo che sarà futuro uomo.

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